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In Sicilia, dove l’arte ha un’altra storia

La grande isola del Mediterraneo ha avuto nella storia un suo percorso particolare. Però va anche detto che già nel periodo tardo romano, prima delle invasioni barbariche, furono realizzate cose magnifiche come i mosaici di Piazza Armerina e della villa del Tellaro. Qualcosina ma non tanto è rimasto del periodo bizantino.

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Dei circa duecento anni della dominazione araba però non sono rimaste evidenze. Al massimo si parla di qualche lapide e di quanto resta delle terme di Cefalà Diana. E similmente non c’è quasi niente di arte paleocristiana. Come è invece noto, l’arte ebbe tutt’altro rilievo con l’arrivo dei normanni. E probabilmente dietro ci fu anche una forte volontà politica per dare un’elevata rappresentazione della dinastia degli Altavilla ( che non aveva poi un grande passato) e legittimare in tutti i modi un certo ruolo nel sud Italia e nel contesto europeo di quegli anni. La popolazione siciliana, all’epoca dei primi re normanni, era però composta da genti ormai pervase dalla cultura araba o qualche volta dalle tradizioni bizantine. Al seguito dei cavalieri normanni (bravi nell’arte della guerra ma pochi) erano venuti solo una manciata di lombardi, francesi ecc. I primi re cristiani di Sicilia furono perfino costretti a coniare monete scritte in arabo citando qualche volta versetti di Maometto. Il processo di cristianizzazione fu in effetti molto lungo e complesso ed implicò tempo dopo immigrazioni in Sicilia ed il conseguente spostamento degli ultimi arabi nell’enclave di Lucera (in Puglia). Non deve quindi sorprendere che i regnanti normanni, per realizzare quanto ora ammiriamo, siano stati costretti ad utilizzare maestranze che certamente non avevano cultura latina, ma che evidentemente si erano formate con gli arabi o talora con i bizantini. Oltre ai bei mosaici realizzati in Palazzo dei Normanni o nel duomo di Monreale, interessanti sono anche diversi edifici in stile arabo-normanno a Palermo e Castelvetrano. Per rendersi conto di questo felicissimo connubio dell’arte in Sicilia, oltre a leggere e vedere illustrazioni, qualche volta bisogna però pensare ad una bella gita…Ne vale la pena per molte cose. Sono validissime anche natura e gastronomia.

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Matteo

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