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Firenze – L’Opificio delle Pietre Dure

florence-3769019_960_720La città di Firenze è conosciuta, a livello internazionale, non solo per la straordinaria ricchezza della sua storia e per i capolavori d’arte e architettura che il suo centro storico racchiude, ma anche per l’importanza di alcune sue istituzioni particolari, che ne fanno uno dei punti di riferimento mondiale in vari campi.

Uno di questi istituti è certamente l’Opificio delle Pietre Dure (per maggiori dettagli sul museo potete vedere il sito ufficiale), secolare istituzione che ospita oggi uno dei più importanti laboratori di restauro del mondo. La presenza, nell’ambito dei locali della sua sede storica, di un interessantissimo museo, rende la sua visita molto interessante per un visitatore che soggiorna a Firenze per un tempo sufficiente a permettergli di uscire un po’ dai percorsi canonici del turismo “classico”.

Una visita all’opificio permette di scoprire un lato non secondario della vita e della storia della città, in un campo particolare e sicuramente “di nicchia” rispetto alla celebrazione dei monumenti più famosi, ma fondamentale perché ha contribuito in modo determinante a codificare l’immagine che Firenze mantiene, inalterata, da secoli nel campo dell’arte e degli studi artistici.

La sede antica dell’opificio è facilmente raggiungibile a piedi per chiunque soggiorni nel centro storico di Firenze (vi consigliamo per esempio una soluzione come lo Strozzi Palace Hotel in posizione ottimale per visitare il centro).

L’opificio si trova nel tratto di via degli Alfani compreso tra via Ricasoli e via dei Servi, nel cuore del centro storico della città, a pochi passi da piazza San Marco o da piazza della Santissima Annunziata e a meno di quattrocento metri dalla piazza del Duomo.

L’origine dell’Istituto risale al 1588, quando Ferdinando I de’ Medici lo creò come importante manifattura artistica specializzata nella lavorazione delle pietre dure, tradizione che vide, nel tempo, la  produzione di preziosissime opere ad intarsio e a commesso.

Le opere d’arte uscite dai laboratori dell’istituto nel corso dei secoli sono aggi presenti nel musei di tutto il mondo.

L’attività delle maestranze specializzate nella lavorazione delle pietre non si limitò alla produzione di opere preziose quali mobilio e oggetti d’arte di diverso genere, ma si applicò felicemente anche al campo della decorazione architettonica, con esempi eccelsi ancora visibili in città: l’opera forse più impressionante che testimonia l’alto grado di raffinatezza e di specializzazione di questa manifattura è, probabilmente, lo splendido rivestimento che caratterizza l’interno della Cappella dei Principi in San Lorenzo, destinata ad ospitare le tombe dei Medici.

Dopo l’Unità d’Italia, quando, dopo la fine del Granducato, venne meno anche la richiesta di opere di quel genere, l’opificio si specializzò nel campo del restauro, in tutti i settori di applicazione, dal restauro librario e archivistico alla scultura, alla pittura, all’architettura, ai tessuti ecc., diventando in pochi decenni quello che è oggi: un centro di specializzazione di altissimo livello, che ne fa certamente uno dei vanti della città. I laboratori più importanti non hanno, ovviamente, più sede nell’edificio antico di via degli Alfani, rivelatasi insufficiente, ma sono stati traferiti – in particolare dopo l’alluvione del 1966 – in locali più ambi e moderni all’interno della Fortezza da Basso.

Il visitatore può rendersi conto e farsi un’idea della secolare attività dell’opificio visitando il piccolo ma straordinario museo, aperto dal lunedì al sabato dalle 8.15 alle 14.00, che spesso ospita anche delle mostre temporanee di notevole valore scientifico e culturale.

All’interno delle sale, riallestite e ristrutturate una ventina d’anni fa, è possibile osservare oggetti di diverso tipo e di diverse epoche, facenti parte delle collezioni dell’istituto; i pezzi esposti vanno dai mobili intarsiati di diverso genere e di grande preziosità, ai dipinti in copia eseguiti a intarsio, alle opere monumentali di arredo in pietre pregiate, all’oggettistica più diversa.

Una importante sezione è dedicata agli strumenti utilizzati per la lavorazione delle pietre e a un’esposizione di un’antica raccolta delle stesse pietre; le sale permettono di seguire un percorso prevalentemente tematico e cronologico; molto interessante la sezione didattica dedicata alle tecniche di lavorazione, con esempi relativi alla produzione dei manufatti artistici e alle singole fasi di esecuzione.

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Matteo

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