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L’approdo di Kobe, finestra sul Giappone

japanese-3664493_960_720Jacopo Ranieri

La tua nave, viaggiatore, è una città. Hai esplorato il Mediterraneo facendo festa nelle maestose sale, divertendoti fra piscine e palestre galleggianti. Sei entrato nei profondi fiordi delle terre scandinave, ascoltando buona musica e gustando le prelibatezze degli unici ristoranti senza una fissa dimora, sospinto dall’elica di un grande battello. Le molte culture di questo pianeta ti hanno chiamato da un lato all’altro degli oceani, attraverso le acque limpide di un sogno importante: conoscere ogni cosa, senza per questo rinunciare ai comfort di una vita d’alta classe, in cui tutto è logico e funzionale, giustamente pratico e lussuoso. Al suono sussurrante delle onde cambiano le terre, i paesaggi e i personaggi. Mutano di continuo, tranne quello che ti segue da ogni parte: il perenne Sole. E quando un giorno deciderai di andargli incontro, puntando la tua prua verso il paese da cui nasce, scoprirai lo splendido fascino di quel Giappone, terra dalla lunga storia, dall’arte fantastica e dalla feconda immaginazione tecnologica.

Con l’inizio dell’epoca Tokugawa, a partire dal XVII secolo, l’arcipelago nipponico conobbe un periodo di totale chiusura verso gli stranieri, che durò più di due secoli, identificato con il termine di sakoku (paese incatenato). Questo racconto inizia, come mille altri, presso il porto della città di Kobe. Proprio qui, verso le propaggini meridionali dell’isola di Honshu, furono accolti i primi visitatori dell’epoca moderna, per l’effetto delle ambasciate e dei messi commerciali provenienti da ogni parte del mondo. E in questo luogo fanno tappa quasi tutte le crociere asiatiche provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti. Non si può descrivere. Devi vederlo! Fin dal momento dello sbarco, ci si ritrova circondati da imponenti palazzi e notevoli punti di riferimento. I 108 metri d’altezza della Kobe Port Tower, con la sua struttura iperboloide e l’ampio ponte panoramico, consentono di farsi un’idea precisa del paesaggio metropolitano: i grandi centri commerciali, i parchi divertimenti e le altre attrattive del quartiere Harborland, centro della città moderna, non sono che l’inizio. Fra i luoghi da non perdere vanno altresì citati il City Museum, con la sua collezione di oggetti dell’arte nanban (storico punto d’incontro concettuale tra le terre d’Oriente e i visitatori d’Occidente) nonché il Museo Marittimo e gli avveniristici spazi espositivi del Kawasaki Good Times World, parco interattivo dedicato ai molti prodotti della grande multinazionale dei trasporti. Nessuna visita di questo particolare luogo, inoltre, sarebbe completa senza un’approfondita esplorazione dei quartieri Nankinmachi e Kitano, rispettivamente quello cinese ed europeo. La loro alta rilevanza storica e le opportunità gastronomiche daranno luogo a molte situazioni degne di essere ricordate. Prima di lasciare la città, assicuratevi di aver assaporato almeno una volta il celebre manzo dei bovini di razza kuroge washu (nera giapponese) la cui carne, rinomata per gusto e tenerezza, costituisce l’ingrediente principale dello stufato misto sukiyaki, specialità locale. E se l’appetito vien mangiando, allora perché non prendere la teleferica del vicino monte Rokko, esplorando luoghi più elevati? Vi ritroverete nel punto di snodo di molteplici ere passate. Proprio qui, secondo la leggenda, l’imperatrice guerriera Jingu fondò il sommo Santuario di Ikuta, dedicato alla sorella della dea del Sole Amaterasu, la splendente Wakahirume. Su queste ripide pendici hanno combattuto generazioni intere di samurai, agli ordini delle più grandi figure storiche del paese. Taira no Kiyomori, colui si era frapposto innanzi all’ascesa inarrestabile del clan dei Minamoto, considerava l’area di Kobe come la sua roccaforte più importante. Quando nel 1184 d.C. fuggì dai suoi nemici assieme all’Imperatore bambino Antoku, si rifugiò presso la vicina località di Ichinotani (odierna Suma). L’epica cavalcata verso il mare di Minamoto no Yoshitsune, colui che lo sconfisse allora e poi di nuovo, nella grande battaglia navale di Dan-no-Ura, compare nei resoconti storici coévi, nei romanzi e in moltissimi drammi teatrali, periodicamente riproposti in occasione delle diverse feste locali. Così cominciò una lunga dinastia, destinata a durare fino al 1333 d.C, prima d’interrompersi con l’esilio di Go-Daigo, sovrano tradito dai suoi stessi servitori, i guerrieri del potente clan degli Ashikaga. Gli eredi più remoti di quegli anni fondamentali, i samurai dell’epoca Sengoku (1478 – 1605) ci lasciarono testimonianze ancor più famose e significative, meritevoli di ricevere un’ulteriore trattazione. Quei vasti templi e gli alti castelli sono ancora lì, in attesa di essere visitati: con circa mezz’ora di treno, partendo dalla stazione di Kobe, si possono facilmente raggiungere le due metropoli di Kyoto e di Osaka. Questa però, dopo tutto, è un’altra storia. Già la tua nave riparte verso nuove mete, alla volta di Hong Kong, Shangai, Honolulu… La crociera è un regno in divenire, tramite cui approcciarsi alle molteplici regioni del sapere. Perciò tu, che sbarchi a Kobe: apri quella finestra e scegli di conoscere il Giappone un po’ più a fondo. Di certo, non te ne pentirai.

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Matteo

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